In Europa si sta diffondendo sempre di più un sentimento di paura e di smarrimento (che spesso sfocia in atteggiamenti di odio e razzismo) provocato dall’arrivo dei profughi e dei migranti provenienti dall’Africa e dagli altri Paesi poveri del mondo. I giovani sono la fascia della società più esposta a questo fenomeno, dovuto a una cattiva informazione o più semplicemente all’ignoranza sui motivi che spingono queste persone a fuggire dai loro Paesi per cercare rifugio in Europa.
Noi crediamo sia necessario fare qualcosa per contrastare questo sentimento attraverso la conoscenza dei problemi, non in astratto, ma con il concreto racconto della storia di due ragazzi che vivono in un villaggio della Sierra Leone. Situato sulle sponde dell’Oceano Atlantico nell’Africa Sub-sahariana, questo sfortunato Paese è stato martoriato, prima da una sanguinosa guerra civile e poi da un’epidemia di Ebola che ha provocato decine di migliaia di vittime. Il reddito medio dei suoi abitanti non supera i due euro al giorno, più di metà della popolazione è analfabeta, i medici, gli ospedali e le medicine sono una rarità e tanti, troppi bambini muoiono prima di aver raggiunto i cinque anni d’età.