Di Sabrina Lomoro, Lago Agrio (Ecuador). Ho impiegato dieci anni per laurearmi in Scienze Biologiche, e superare l'ultimo esame è stato davvero difficile. Guardavo gli altri proseguire mentre io rimanevo bloccata. Sentivo il bisogno di finire ciò che avevo iniziato, anche se non mi sentivo soddisfatta. Questa determinazione mi ha portato a completare il mio percorso, ma il giorno dopo la laurea sono partita per l'Ecuador per fare il Servizio Civile. Questa decisione, applaudita da tutti, è stata in realtà una fuga da me stessa. Mi sentivo persa e insoddisfatta di chi ero diventata.
L'anno in Ecuador è stato intenso e pieno di emozioni. Ho vissuto dieci anni in uno solo, mettendomi alla prova e affrontando i miei limiti. Alcuni li ho superati, altri li ho accettati. Ho scoperto chi non volevo essere e cosa invece mi motivava. È stato un viaggio dentro me stessa, più che un'esperienza all'estero. Ogni persona che ho incontrato mi ha insegnato qualcosa di prezioso, nel bene o nel male.
Durante il mio servizio civile, ho avuto l'onore di lavorare con l'UDAPT (Unión de Afectados por las Operaciones Petroleras de Texaco), un'organizzazione che lotta per i diritti delle comunità indigene e locali colpite dall'inquinamento petrolifero. Questa esperienza ha segnato profondamente il mio percorso di crescita personale.
L'UDAPT è formata da persone che dedicano la loro vita a combattere per la giustizia ambientale e sociale. La loro missione è ottenere il riconoscimento dei danni causati dalle operazioni petrolifere di Texaco (ora Chevron) nella regione amazzonica dell'Ecuador. Questa lotta, che dura da decenni, è simbolo di resilienza e determinazione.
Le lotte di queste persone sono state una fonte di ispirazione e di insegnamento. La loro forza e determinazione a difendere la propria terra e cultura, nonostante le difficoltà, mi hanno mostrato quanto sia importante combattere per ciò che è giusto.
Ho visto da vicino i privilegi che spesso diamo per scontati, confrontati con le dure realtà che queste comunità affrontano ogni giorno. L'accesso all'acqua pulita, alla sanità, all'istruzione e a un ambiente sano sono diritti fondamentali che spesso non vengono rispettati. Questa consapevolezza mi ha fatto apprezzare maggiormente ciò che ho e mi ha motivato a fare la mia parte per contribuire a un mondo più giusto.
La vita è preziosa e dobbiamo imparare a viverla con consapevolezza e gratitudine. Ogni giorno in Ecuador mi ha insegnato a valorizzare le piccole cose, a chiedere aiuto quando necessario e a condividere i momenti di difficoltà con gli altri. Ho scoperto la forza della vulnerabilità e l'importanza di essere gentili con se stessi.
Guardando indietro, a venti giorni dalla fine del mio servizio civile, mi rendo conto di quanto sono cambiata. La Sabrina che è partita non è la stessa che sta tornando. Ho imparato che non è necessario essere perfetti per essere fieri di se stessi. Accettare e amare ogni parte di sé, anche quelle che consideriamo difetti, è la vera forza. Essere autentici e seguire il proprio cuore è ciò che conta davvero, anche se alcuni potrebbero non essere d'accordo e pensare che sia solo una perdita di tempo.
Ai futuri volontari vorrei dire: prendetevi del tempo per fermarvi e riflettere, condividete i vostri pensieri e sentimenti con gli altri, e non giudicatevi troppo severamente. Siate gentili con voi stessi e con gli altri, e ricordate che ogni passo, anche quelli più incerti, fanno parte del vostro percorso di crescita. La felicità non risiede nel raggiungere una meta prefissata, ma nel vivere pienamente ogni momento, accettando le sfide e abbracciando le opportunità di cambiamento. La vera forza risiede nel coraggio di essere autentici e di seguire il proprio cuore, sempre.