Di Rosarianna Ammendola e Francesco Palmieri. Come grandi e affascinanti terrazze, il Cerro San Miguel e il Barrio di Villa Esperanza, piccolo quartiere periferico della città di Cochabamba in Bolivia (completamente dimenticato dalle istituzioni e troppo spesso sede di eventi infelici e criminali) si affacciano sulla Laguna Alalay.
E’ stato proprio questo scenario il luogo prescelto per realizzare la quinta edizione della “Bienal de Arte Urbano” (BAU), ovvero uno degli eventi artistici, patrocinati dal “Proyecto mARTadero”, che dal 2011 ha iniziato un lungo processo di miglioramento dello spazio pubblico della città, attraverso la realizzazione di murales e avendo come obiettivo principale la riqualificazione e lo sviluppo, attraverso il potere impattante dell'Arte.
Quest'anno l’evento ha preso il nome di BAU//Ekos_2019, volendo focalizzare l’attenzione sulla tematica dell'ecologia e sulla cura degli spazi di vita quotidiani. “Ekos” dal greco οἶκος, oikos, "ambiente", ma anche "casa, habitat, luogo dove si vive". La notevole risonanza dell'evento ha richiamato l’attenzione di tantissimi artisti, da ogni parte del Mondo, vogliosi di dare il proprio contributo a suon di pennellate. Dopo aver ricevuto così tante proposte, sono stati selezionati i 16 pittori di murales, di cui nove boliviani e sette internazionali.
Al fianco di Magda Rossi, ideatrice del progetto e coordinatrice dell’area di arti visive del Proyecto mARTadero, e delle rappresentanti del “Barrio”, noi volontari del Servizio Civile abbiamo cominciato, così, a bussare alle porte delle case del quartiere, per parlare con il vicinato e per chiedere, pian piano, il permesso per poter dipingere le loro case. Questa collaborazione ha reso possibile una simbiosi di intenti, semplificando il lavoro degli artisti e incitando la comunità, non solo ad accettare gli interventi ma a calarsi nella parte di attori di questa trasformazione, che vuole essere non solo artistica ma soprattutto sociale.
Buona parte del vicinato si è compromessa, comprando materiale e pagando i lavori di sistemazione delle altalene del loro parco giochi, uno dei luoghi principali dell’intervento. L’immagine più bella ci è stata, però, regalata dai bambini del vicinato, che con tanta voglia di fare e con gli occhi pieni di gioia, hanno collaborato a dipingere, sposando la causa di dare colore alla loro “casa”.
Non sappiamo se questo lavoro riuscirà a portare qualche frutto e a cambiare davvero le cose, ma di certo possiamo dire che ha piantato un piccolo seme, perché le pennellate e gli spruzzi delle bombolette spray, sono state risonanti e hanno attirato una forte attenzione mediatica. Questa ha portato la municipalità ad intervenire con una profonda azione di pulizia e, nei giorni successivi all'evento, un alto numero di turisti e curiosi hanno visitato, per la prima volta, il quartiere. Tutto questo non sarebbe stato possibile, se non con l’aiuto degli abitanti, che ci hanno aperto le porte delle loro case e ci hanno accolti. A loro abbiamo fatto la promessa più grande, ovvero di non dimenticarci di questo luogo e di fare di più, come architetti e come volontari.