Dal 29 ottobre al 1 novembre, l’ENGIM parteciperà alla XVIII edizione della “Borsa del Turismo Archeologico”, che, quest’anno si terrà nella città antica di Paestum, dal 1998 patrimonio culturale dell’umanità. L’area adiacente al Tempio di Cerere (Salone Espositivo, Laboratori di Archeologia Sperimentale, ArcheoIncontri), il Museo Archeologico Nazionale (ArcheoVirtual, Conferenze, Workshop con i buyers esteri) e la Basilica Paleocristiana (Conferenza di apertura, ArcheoLavoro, Incontri con i Protagonisti) sono le suggestive location della BMTA, dove l’ENGIM presenterà il suo progetto di ricerca antropologica sulla popolazione boliviana dei Moxos.
“LA RICERCA ETNO-ARCHEOLOGICA IN AMERICA LATINA”, l’evento a cura della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel quale sarà presentato il nostro progetto.
“I Moxos sono i custodi del patrimonio culturale musicale acquisito al tempo delle riduzioni gesuitiche del XVII secolo – spiega Giuseppe Mazzini, responsabile del progetto in questione -. Un patrimonio costituito non solo da miti, canti, suoni, riti precolombiani tramandati attraverso le generazioni, ma anche da musica barocca europea importata dai gesuiti stessi”.
“In questo appuntamento presenteremo i risultati della ricerca che stiamo effettuando da tre anni in collaborazione con la scuola di musica di “San Ignacio de Moxos”, una cittadina del dipartimento del Beni – continua Mazzini -. Mostreremo, in pratica, come è stato recuperato e salvato questo patrimonio musicale, tramandato oralmente dalla popolazione indigena della foresta amazzonica”.
Promotori della Borsa sono la città di Capaccio Paestum, la Provincia di Salerno, la Regione Campania, il segretariato regionale e la Soprintendenza Archeologia della Campania. “Con questa XVIII edizione, la Borsa si conferma tra i più importanti eventi a livello internazionale sulla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale archeologico –sostiene il direttore della manifestazione, Ugo Picarelli -. L'archeologia rappresenta il filo rosso della memoria, da cui partire per un momento di confronto e di dialogo tra culture differenti che hanno una tradizione millenaria”.