Una volontaria è già arrivata in Italia, un’altra è in partenza quest’oggi e gli ultimi due, un ragazzo ed una ragazza, partiranno il 10 agosto da Freetown. Sono i quattro volontari in Servizio Civile che lavoravano con l’ENGIM in Sierra Leone e che il diffondersi dell’ebola ha costretto, per precauzione, a fare rientro in patria.
Il sito del Ministero degli Esteri riporta, infatti, che i casi di contagio da febbre emorragica (Ebola) sono stati segnalati in tutti i distretti del Paese e nella stessa capitale Freetown, e che le autorità della Sierra Leone hanno confermato un aumento sia del numero dei decessi che dei casi di contagio.
Da un anno a questa parte, il virus ha fatto oltre 1300 vittime, di cui 57 negli ultimi quattro giorni, e dalla Sierra Leone si è già diffuso in Liberia, Guinea e Nigeria. Una diffusione che ha allarmato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si sta muovendo con decisione per bloccarne ulteriormente la diffusione.
Fortunatamente il virus fuori dal corpo umano ha una vita piuttosto breve e viene trasmesso solo mediante il contatto diretto con i fluidi corporei, per via epidermica o per contatto con le membrane delle mucose.