Dopo la prima esperienza dello scorso anno, l’ENGIM internazionale - l’ONG di cooperazione allo sviluppo dei Giuseppini del Murialdo -, ha pubblicato di recente il suo Bilancio Sociale 2010.
Redatto per condividere il proprio lavoro con quanti sostengono e collaborano alla sua azione, il Bilancio Sociale è anche un modo per confrontare i risultati raggiunti con gli obiettivi dichiarati, per permettere a tutti di verificare la bontà della propria attività.
Sul Bilancio Sociale – scaricabile nel menù di sinistra – abbiamo ascoltato Alessandro Pellizzari, Responsabile Fundraising di ENGIM internazionale
ALESSANDRO, PERCHÉ L'ENGIM INTERNAZIONALE SI È DOTATA DI UN BILANCIO SOCIALE?
Perché il bilancio sociale è un efficace biglietto da visita per una ONG come la nostra. Esso, da una parte, ci permette di adempiere ad un dovere di trasparenza nei confronti dei nostri sostenitori, e dall'altra ci consente di esplicitare il nostro modo di pensare e di operare nell'ambito della cooperazione allo sviluppo. Non nascondo che un altro motivo della sua redazione è l'obbligarci ad aggiornare e sviluppare di continuo la nostra organizzazione, in quanto il bilancio sociale ha il grande merito di costringerti a fare sintesi dell'anno di lavoro appena trascorso. Esso vuole, insomma, rappresentare un appuntamento annuale in cui evidenziamo a noi stessi - professionisti del terzo settore -, e agli altri - volontari, sostenitori e beneficiari dei nostri progetti -, i punti di forza e di debolezza della nostra ONG al fine di un nostro continuo miglioramento.
QUALI SONO I PUNTI DI MAGGIOR INTERESSE DEL BILANCIO?
Il bilancio è stato realizzato affinché possa essere interessante e alla portata di ogni tipologia di lettore. Se dovessi scegliere un paio di punti, per il 2010 segnalerei la parte riguardante i nostri risultati e quella delle interviste. Il primo punto evidenzia che, nonostante la profonda crisi economica, la percentuale di costo di tutta ENGIM internazionale ONG rimane attorno al virtuoso 10%, quando normalmente per le altre ONG si aggira sul 20-30%. Ciò significa che il 90% delle risorse economiche a noi affidate per fare un progetto di cooperazione allo sviluppo, vanno investite direttamente in terra di missione. Per quanto riguarda le interviste fatte a tre "stakeholder" benefattori (i portatori d'interesse), ma anche l'articolo sul progetto pozzi "l'acqua è vita", in cui abbiamo riportato le parole scritte dal missionario giuseppino Mario Zarantonello, la novità sta nella volontà di utilizzare il bilancio sociale per accompagnare i lettori a comprendere in maniera agevole, ma approfondita, cosa significa realizzare un progetto di cooperazione internazionale. Ogni anno proporremo un progetto diverso per offrire anche ai non "addetti ai lavori" un strumento per capire come lavoriamo affinché emerga la verità, in linea con quanto richiesto dal Santo Padre nell’enciclica "Caritas in Veritate".
PER TE CHE TI OCCUPI DI FUND RAISING, QUANTO È IMPORTANTE AVERE FRA LE MANI QUESTO STRUMENTO DI LAVORO?
Direi che è una "condicio sine qua non", in quanto senza un bilancio sociale il lavoro del fundraiser si ridurrebbe al tentativo di guadagnare la fiducia del potenziale benefattore. Con un documento scritto, in cui sono contenute quelle informazioni quantitative e qualitative che contraddistinguono l’ONG per la quale lavori, puoi permetterti, dopo una prima presentazione orale, di rimandare per gli ulteriori approfondimenti al bilancio sociale, rendendo così le tue parole più oggettive.
AVETE UN RISCONTRO DI COME LE IMPRESE PARTNER DELL'ENGIM GIUDICHINO QUESTO BILANCIO SOCIALE?
Il riscontro, dove l'abbiamo avuto, è stato entusiasmante, perché ci ha confermato che almeno due dei nostri obiettivi sono stati raggiunti e cioè la chiarezza nell'esposizione e la facile comprensione del nostro modo di operare e dei dati di bilancio. Le stesse tre interviste sopracitate, a mio avviso, parlano da sole, e quando le ho lette per la prima volta mi sono detto: "siamo nella giusta direzione!"