PROGETTO "MANOS UNIDAS": TERMINATA LA PRIMA ANNUALITA'

Sviluppo economico del territorio del Napo (Ecuador), valorizzazione del capitale umano locale e recupero dei giovani a rischio di esclusione sociale: questi gli obiettivi di “Manos Unidas - Progetto di reinserimento sociale degli adolescenti in situazione di rischio”.

Promosso dall’ENGIM internazionale, in collaborazione con partner locali e italiani (Centro Preventivo Ubaldo Bonuccelli; Microempresa de Produccion y Comercializacion “Sol de Oriente”; Grupo de Mujeres Angel de la Guardia; INFORMAT, Istituto L. Murialdo; Commercio Alternativo; Associazione Mani Unite per un Commercio Equo e Solidale), l’intervento mira ad incoraggiare la “cultura dell’auto-promozione” in campo economico, e a promuovere la capacità di commercializzazione di prodotti e servizi.

Beneficiari del progetto sono artigiani e produttori locali; esercenti e commercianti; operatori turistici; ma anche giovani, studenti e disoccupati. Tra le attività realizzate per la loro crescita professionale ed il sostegno alle attività economiche: workshop con operatori economici, corsi di formazione a distanza sul tema della promozione del territorio e per l’acquisizione di competenze nella commercializzazione on-line, progettazione e realizzazione di una piattaforma web per la diffusione di esperienze e la vendita di beni e servizi, acquisto di attrezzature ad uso dei laboratori artigianali dei partner locali, vendita di prodotti tramite piattaforma web e i canali del Commercio Equo e Solidale.

Finanziato dalla Regione Lazio, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dagli stessi enti proponenti, il progetto ha una durata biennale e coinvolge oltre 200 giovani in situazione di vulnerabilità sociale.

Urbanizzato velocemente, e caoticamente, con l’inizio dello sfruttamento petrolifero (primi anni ’70), il Napo occupa gran parte della foresta amazzonica ecuadoriana ed è ancora al centro di un processo di colonizzazione che ha accelerato lo sfruttamento agrario e zootecnico del territorio. Questo processo si è compiuto senza una pianificazione statale che tenesse conto degli impatti ambientali e sociali di tale urbanizzazione, e ha messo seriamente in crisi la vita e la cultura delle popolazioni indigene.Oggi, nel Napo, appena un terzo dei bambini tra uno e quattro anni riceve un controllo medico, solo il 62% della popolazione ha accesso all’educazione primaria, ed il 36% all'acqua potabile.