Di Enza Digangi
Sono 36 i bambini Rom, tra i 6 e i 16 anni, che hanno frequentato, oggi, la prima lezione del doposcuola al Qendra Sociale Murialdo di Fier, in Albania. Molti di loro, anche quelli più grandi, sono analfabeti, e l’assistenza scolastica pomeridiana offerta dal "Qendra" rappresenta, spesso, l’unico canale di scolarizzazione.
Sono ormai 6 anni che il centro pone particolare attenzione alle problematiche dei minori provenienti dai villaggi Rom, in collaborazione con le Autorità locali, per le quali ha elaborato un’anagrafe delle famiglie Rom, unico documento ufficiale che certifica e quantifica la loro presenza nel distretto di Fier.
I minori Rom vivono, quotidianamente, a contatto con problemi ed esperienze di microcriminalità e di emarginazione sociale; e molti di loro sono costretti dai genitori a lavorare o mendicare al fine di contribuire al sostentamento della famiglia.
Il progetto “Un alfabeto di tolleranza”, ideato ed elaborato dall’ENGIM, offre a questi ragazzi un canale di scolarizzazione complementare, e non alternativo, a quello pubblico (spesso inefficiente), favorendo la promozione umana, sociale e culturale di minori a rischio.
Le attività progettuali sono finanziate da donazioni private attraverso il sostegno a distanza. Per il 2008, inoltre, il progetto sarà cofinanziato dall’USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, che ha incluso il progetto tra i beneficiari dei suoi finanziamenti.
L’obiettivo dell’alfabeto di tolleranza non si esaurisce con la mera scolarizzazione dei bambini Rom, ma, attraverso il coinvolgimento dei minori rom nelle attività ludico-ricreative del Centro, promuove la socializzazione tra minori appartenenti ad etnie diverse.
Quest’anno l’avvio delle attività, previsto nel mese di ottobre, è stato ritardato a causa di un prolungamento della fase organizzativa, durante la quale si è provveduto all’assunzione di una nuova operatrice sociale e di nuovi insegnanti.
La collaborazione tra Giuseppini e comunità Rom presenti a Fier ha rafforzato la fiducia con le stesse famiglie dei minori assistiti, che quest’anno si sono dimostrate maggiormente coinvolte nelle attività. Il numero dei ragazzi presenti in aula, la loro gioia per l’inizio delle lezioni, la loro voglia di imparare, il successo delle esperienze precedenti, fanno ben sperare sul buon esito delle attività.