Cooperazione allo sviluppo; diritti umani e sviluppo sociale; educazione e tutela dell’infanzia; educazione e promozione culturale: sono gli ambiti in cui andranno a lavorare i 52 volontari in servizio civile che hanno appena concluso il percorso di formazione a Soriano nel Cimino (Viterbo). 17 i progetti di ENGIM in Africa, America Latina, Europa ed Italia (Lazio e Pimonte) che andranno a supportare con le loro capacità ed il loro entusiasmo.
Nei 10 giorni di permanenza a Soriano, i 52 giovani volontari hanno seguito una formazione generale sui principi che sono alla base del servizio civile universale, la nascita e lo sviluppo delle ONG, l’intercultura, le relazioni tra comunicazione e terzo mondo, la gestione dell’affettività. Ed in un secondo momento anche una formazione specifica, relativa al Paese ed ai progetti di cui si andranno ad occupare.
“Fare servizio civile all’estero significa vivere un’esperienza indimenticabile, trascorrere un anno di crescita umana e professionale in grado di orientare la vita di un giovane. – spiega Massimiliano Serpi dell’ENGIM internazionale -. Per questo invitiamo tutti i ragazzi interessati alla cooperazione e alla solidarietà internazionale a prendere in esame questa opportunità, che è per davvero in grado di cambiare la vita ad una persona”.
Albania, Bolivia, Colombia, Ecuador, Kenya e Messico i Paesi che attendono i volontari in servizio civile. Qui andranno a lavorare a fianco di popolazioni svantaggiate, con bambini e adolescenti a rischio, per promuovere lo sviluppo sociale di aree depresse, per lottare contro lo sfruttamento e la povertà. I volontari che rimarranno in Italia, svolgeranno, invece, attività interculturali e di educazione alla pace.
I progetti dell’ENGIM fanno parte di un più vasto piano di intervento realizzato dalla FOCSIV e da alcuni suoi membri denominato “Caschi bianchi – interventi umanitari in aree di crisi”. In questo ampio progetto, i volontari lavoreranno per prevenire situazioni di disagio umano, culturale ed economico, per promuovere lo sviluppo sociale, favorire i percorsi di pace, tutelare i diritti umani e superare le condizioni di ingiustizia sociale.
“L’anno di servizio civile mi ha insegnato a prendermi cura di me stessa e degli altri – ricorda Giulia Marchesini, appena rientrata in Italia dopo un anno trascorso in Ecuador -. Ho anche imparato a stare bene con ciò che mi circonda – continua -, a lasciare andare, ad ascoltare gli altri nel momento giusto. Non avevo mai avuto a che fare con dei bambini, se non facendo la babysitter, ma questa decisamente è un’altra storia. Ora mi si aprono nuove strade, che prima neanche immaginavo. Ho voglia di imparare cose nuove, di diventare il riferimento per qualcuno, lanciarmi in nuove esperienze e nuove situazioni, che mi possano stupire e dove io possa dare il mio contributo”.
Nonostante l’importanza del servizio ed il successo che riscuote fra i giovani, il futuro del Servizio Civile Universale rimane incerto. Per questo 2019, il Governo ha previsto uno stanziamento di 148 milioni di euro, che diventeranno meno di 143 nel 2020 e 102 nel 2021. La Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile ed il Forum Nazionale per il Servizio Civile hanno lanciato un grido d’allarme sulla riduzione delle opportunità per i giovani, ma nessuna smentita è arrivata da chi ha la delega governativa per il Servizio Civile. Ricordiamo che nel 2019 sono stati messi a bando 53.363 posti a fronte delle oltre 100.000 domande di partecipazione presentate dai giovani.
L’enorme numero di giovani che ogni anno chiede di partecipare al servizio civile testimonia quanto le ragazze e i ragazzi del nostro Paese vogliano crescere in capacità, autostima e autonomia, concorrendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, alla tutela dei beni culturali e dell’ambiente, educare alla pace e alla solidarietà. Le organizzazioni giovanili e del terzo settore, così come la Rappresentanza Nazionale dei Volontari in Servizio Civile si sono già attivate per chiedere ai parlamentari di tutte le forze politiche di presentare, e sostenere, emendamenti che rendano possibile nel 2019 un bando come quello del 2018, e permettere a non meno di 53 mila giovani di partecipare ancora ai progetti di servizio civile.