Di Anna Galante: Per me è una cosa normale possedere tutti e cinque i sensi. Tante volte mi sono chiesta cosa si potesse provare nel momento in cui uno di essi viene a mancare. Tra i cinque quello che temo, e ho sempre temuto, di poter perdere è la vista. Circa due mesi fa, un giorno come tanti, tornavo a casa dal “Qendra Horizont”, ho ricevuto la chiamata di Piero, nella quale mi ha comunicato che il mattino dopo sarebbe arrivato un bambino cieco, e che io sarei stata la sua guida. Subito dopo aver chiuso la telefonata mi sono posta mille domande: “Sono davvero pronta per farlo?”, “Posso essere davvero una guida per questo bambino?”. Anche se con tante domande in testa, quella mattina me lo ricordo come se fosse ieri, mi sono alzata di botto dal letto e non vedevo l’ora di andare al Qendra.
Sono arrivata e Kristian era lì, ad aspettarmi. “Lui, aspettava me!” era una cosa che mi risuonava nella mente costantemente. Il cuore mi batteva a mille, ero emozionatissima e non vedevo l’ora di avvicinarmi a lui, di iniziare questa nuova esperienza insieme. Avvicinarmi e cercare di fargli capire che si potesse fidare di me non è stato affatto semplice. Lui ha avuto paura e anch’io, tanta. C’è voluto del tempo per riuscire a trovare un equilibrio tra noi ma ora dopo due mesi posso dire che quell’equilibrio c’è, l’abbiamo trovato ed io ne sono molto felice.
Pian piano la vista, che sembrava un ostacolo insormontabile da superare, ora sembra una semplice mancanza che viene recuperata dagli altri quattro sensi. Per questo posso dire con certezza che i sensi sono potenze dell’anima, anche se uno di essi viene a mancare. L’Albania mi sta donando ogni giorno emozioni nuove tra cui quella di aver avuto la fortuna di poter passare e festeggiare il mio secondo compleanno qui. Ma quest’anno con un particolare in più, quello di aver avuto la possibilità di festeggiarlo con tutti i ragazzi del Qendra Horizont. Si, perché per me non sono solo ragazzi, sono persone che fanno parte della mia vita, del mio quotidiano. Quel giorno è stata un’emozione unica ricevere tanti abbracci da parte loro e tanti sorrisi. In quel momento mi sono sentita, per loro, non più solo una volontaria ma un’amica, una loro compagna. E’ stato in quel momento che mi sono sentita davvero parte del Qendra e questo grazie a loro.