Di Miariam D’Amato. Tornare in Italia non è stato semplice. Pensare alle persone che avrei lasciato e ai luoghi che non avrei più visto mi rendeva spesso triste e malinconica. Poi è arrivato il giorno della partenza e, senza troppi sentimentalismi, sono salita sull'aereo e ho salutato l'Ecuador.
Sono tornata a casa e, presa inizialmente dall'entusiasmo di voler salutare famiglia, parenti e amici, ho temporaneamente “dimenticato” l'esperienza appena conclusa, forse anche per non dover fare i conti con la nostalgia. Ma le immagini e i ricordi delle persone, e soprattutto dei bambini, quelli che mi hanno fatto tanto disperare, ma che più sono impressi nella memoria, non potevano rimanere accantonati troppo a lungo.
Il servizio che ho svolto mi ha toccato profondamente ed è stato troppo significativo per poterlo dimenticare. Non sarebbero sufficienti dieci pagine per trasmettere quanto ho vissuto, e probabilmente il solo racconto non sarebbe adeguato a descrivere sensazioni e situazioni.
Una delle cose belle che mi porto è il rapporto costruito con le persone, soprattutto con gli abitanti di Cochapamba. A fine servizio mi ritrovo a fare un resoconto anche sulle aspettative iniziali, perlomeno sull'idea del ruolo del volontario. Il volontario è un supporto, un aiuto. Non un super eroe. Il volontario non può pensare di poter cambiare la situazione di un intero quartiere. Sarebbe assurdo, considerato che i cambiamenti sono il frutto di interventi multidisciplinari realizzati nel tempo.
Molte volte ho dovuto convivere col senso di impotenza, sensazione frustrante e frequente, che può indurre a lasciare tutto e a tornare a casa. Tuttavia, se si è in grado di accettare di non essere la soluzione ai destini dei bambini e delle altre persone per le quali si lavora, l'impotenza sarà più tollerabile. Il volontario contribuisce al cambiamento e il suo ruolo è prezioso, purchè il lavoro sia perseverante. Il senso di sconfitta può essere grande, ma davanti alle difficoltà e agli ostacoli mai arrendersi. Sempre cercare nuove soluzioni, per quel che si può. Questo penso e tanto altro.