Parlare dell’esperienza SVE in corso d’opera significa razionalizzare tutto quello che si è finora visto e sentito e soprattutto riflettere sul proprio operato; è come prendersi una piccola pausa per vedere le cose con un certo distacco.
Al di là delle motivazioni personali per cui si intraprende quest’avventura, sono convinto che il motore che ti spinge a farlo sia una forte curiosità, una voglia di conoscere una nuova cultura e di scoprire un nuovo mondo al fine di arricchire il proprio bagaglio culturale.
Quindi si parla di opportunità. In questo caso di opportunità duplice, perché impegnandosi in questo lungo viaggio in una terra così lontana si ha la possibilità di riflettere su sé stessi e sul contesto di provenienza, e di impegnarsi in un lavoro molto stimolante nel Paese di accoglienza.
Vivere in un’altra nazione, parlare un’altra lingua, vedere le cose da un altro punto di vista e conoscere persone che provengono da realtà completamente diverse, sono tutte cose che si uniscono all’importante esperienza del lavoro nel sociale che arricchirebbe di per sé qualsiasi individuo.Inoltre, si deve superare la sensazione di spaesamento iniziale che ti provoca inesorabilmente il paesaggio che si presenta ai tuoi occhi e il nuovo ambiente lavorativo e domestico in cui sai che vivrai per diversi mesi. Insicurezza, instabilità, preoccupazioni e persino imbarazzo sono tutte delle sensazioni che sai di dover superare. Per questo la parola d’ordine iniziale è “adattamento”, nel senso più ampio e più positivo del termine.
L’Ecuador, per quel poco che ancora ho potuto vedere, mi sembra un Paese misterioso e insieme affascinante, intriso com’è di una cultura sincretica che si nutre di suggestioni mistiche provenienti da culture precolombiane e di influssi occidentali setacciati secondo un particolare filtro locale. Il tutto è arricchito dalla varietà dei numerosi paesaggi naturali, urbani e sociali che impreziosiscono un Paese che sembra davvero incantevole.
Sono convinto che persino le mie più rosee aspettative cambieranno alla fine del viaggio, perché quello che mi darà questa esperienza sarà una grande umanità che mi farà rivalutare profondamente molte cose e molti argomenti su cui ho fondato il mio pensiero e la mia vita.
Riccardo Cataldi