Chiuse bene le valige e abbracciati ancora una volta i compagni di corso, sono, oramai, in partenza i 35 volontari in “Servizio Civile” all’estero dell’ENGIM. Ben 29 stanno per prendere il volo alla volta dell’America Latina (Ecuador, Colombia, Bolivia, Messico), due in Africa (Kenya) e quattro in Europa dell’Est (Albania).
Nei Paesi per i quali sono stati selezionati, andranno a seguire progetti sulla sicurezza alimentare, sulla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, sulla difesa dei diritti umani e lo sviluppo sociale, sull’educazione e l’istruzione.
Nel polo formativo di Vitorchiano (VT), insieme ad altri volontari selezionati dalla FOCSIV, i giovani hanno seguito una formazione generale sui principi che sono alla base del servizio civile, la nascita e lo sviluppo delle ONG, l’intercultura, le relazioni tra comunicazione e terzo mondo, la gestione dell’affettività. Oltre a questa i ragazzi hanno seguito anche una formazione specifica relativa al Paese ed ai progetti di cui si andranno ad occupare.
“I ragazzi sono tutti motivatissimi e non vedono l’ora di partire per iniziare questa loro esperienza – spiega Federico Filipponi, referente dell’ENGIM e responsabile della formazione -. Hanno tutti precedenti nel mondo del volontariato ed alcuni di loro anche esperienze pregresse all’estero. Come sempre contiamo molto su di loro per la realizzazione dei nostri progetti, sono un elemento fondamentale di tutto il nostro lavoro”.
I progetti dell’ENGIM fanno parte di un più vasto piano di intervento realizzato dalla FOCSIV e da alcuni suoi membri denominato “Caschi bianchi – interventi umanitari in aree di crisi”. In questo ampio progetto, i volontari lavoreranno per prevenire situazioni di disagio umano, culturale ed economico, per promuovere lo sviluppo sociale, favorire i percorsi di pace, tutelare i diritti umani e superare le condizioni di ingiustizia sociale. 318 i ragazzi che I partiranno per l’Africa, l’America Latina, l’Asia e l’Europa dell’Est. 107, invece, quelli che lavoreranno in Italia per promuovere la sensibilizzazione su questi temi.
Con il servizio civile all’estero si contribuisce, da una parte, alla difesa civile, non armata e non violenta, della patria e, nello stesso tempo, si permette ai giovani di acquisire nuove competenze ed abilità, di imparare a lavorare calandosi dentro le varie comunità, condividendone fragilità e potenzialità.