Roma 01/08/2014. La Commissione Affari Esteri del Senato, riunita oggi in sede deliberante, ha approvato in via definitiva il Disegno di legge (Ddl) di riforma della Cooperazione italiana allo sviluppo, già approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso 17 luglio e, in prima lettura, dall’Aula di Palazzo Madama il 25 giugno.
Il Ddl, dal titolo ”Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo”, riforma integralmente il precedente assetto istituzionale della cooperazione allo sviluppo ed adegua la normativa italiana ai nuovi principi ed orientamenti emersi nella comunità internazionale sulle problematiche dell’aiuto allo sviluppo negli ultimi venti anni. Il provvedimento ha l’obiettivo, da un lato, di aggiornare in modo sistematico la fotografia del sistema dopo 27 anni dall’approvazione della legge 49 del 1987 sulla Cooperazione allo sviluppo, rimettendo in ordine soggetti, strumenti, modalità di intervento e principi di riferimento maturati nel frattempo nella comunità internazionale; dall’altro, quello di adeguare il sistema italiano di cooperazione allo sviluppo ai modelli prevalenti nei paesi partner dell’Unione europea (Ue).
La nuova legge sulla cooperazione è per il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, un grande traguardo. ”La riforma è stata finalmente approvata, dopo 27 anni di tentativi mai riusciti, in pochi mesi dall’inizio del governo Renzi ed è un grande traguardo”, ha detto Mogherini. ”Per me è anche un motivo di soddisfazione personale perché avevo lavorato per anni alla riforma della cooperazione già da parlamentare”, ha ricordato, ”ed è un segnale importante che il testo sia stato votato sostanzialmente all’unanimità, grazie all’impegno straordinario del viceministro Lapo Pistelli che ringrazio, e il raccordo costante con i due rami del parlamento, tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni non governative”.
”Con questa riforma la cooperazione non sarà più solo ’parte integrante’ della politica estera, ma ne diventerà parte qualificante”. Così il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli ha commentato l’approvazione odierna, dopo quasi trent’anni e tre tentativi in sei legislature, della legge di riforma della cooperazione. ”Con il nuovo testo - ha detto Pistelli - si punta a una maggiore partecipazione degli stakeholder non istituzionali (società civile, profit e no profit), nel sistema della cooperazione italiana e a un dialogo strutturato, mutuato dall’esperienza europea, fatto di un più stretto coordinamento tra gli attori, una maggiore efficacia e minori sprechi e sovrapposizioni. Un ringraziamento - ha aggiunto Pistelli - va a tutti i gruppi parlamentari e alla rete delle Ong che hanno dato un contributo fondamentale al successo di questa iniziativa”.
L’obiettivo raggiunto consentirà di avere un numero più elevato di progetti a bando, attraverso la valorizzazione del settore privato, favorendo la partnership con il pubblico, nel rispetto della legge, dei diritti umani e delle norme della responsabilità sociale di impresa. Al Ministero degli Esteri, che cambierà nome in ”Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale” (da Mae a Maeci), spetterà la funzione di regia politica, insieme al Parlamento. Sarà introdotta la figura di vice ministro della cooperazione, quale riferimento politico nel Governo, e istituito il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics) con il compito di assicurare la definizione strategica, la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività di cooperazione. La gestione e il controllo delle iniziative di cooperazione saranno competenza di una nuova struttura ad hoc, l’Agenzia italiana per la cooperazione, che godrà di autonomia organizzativa, regolamentare, amministrativa, patrimoniale, contabile e di bilancio.
La riforma prevede anche la creazione di un ”braccio finanziario” della cooperazione, affidato alla Cassa depositi e prestiti, con il compito di convogliare in Italia aiuti europei, migliorare l’accesso, il controllo e il coordinamento alle iniziative finanziarie delle banche e dei fondi internazionali multilaterali. Si tratta di uno strumento fino a ieri completamente assente in Italia, di cui i principali Paesi partner sono da tempo dotati.
Fonte: Ministero degli Affari Esteri