Di Giusey D Simone. Si è conclusa ieri la Settimana Italiana della Cooperazione in Albania: “Doors of tomorrow”, organizzata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e tenutasi presso il Center for Openess and Dialogue (COD) di Tirana.
All’interno dell’evento delle sessioni nelle quali è stato dato risalto alla collaborazione pluriennale tra l’Italia e l’Albania, il tutto alla presenza dei rappresentanti delle principali organizzazioni italiane e internazionali, delle istituzioni pubbliche e non governative, delle imprese e dei mass media.
I partecipanti hanno mostrato i risultati e le prospettive della cooperazione tra i due Paesi su temi quali il programma di conversione del debito italo-albanese, lo sviluppo rurale, l’economia sociale, la cura per l'ambiente, lo sviluppo del turismo sostenibile, l'educazione, la formazione, il lavoro e i diritti umani.
In particolare, nella giornata conclusiva dell’8 novembre, intitolata “PËRPAROJMË SË BASHKU: Arsimi dhe formimi profesional. Punësimi”, e dedicata alla formazione professionale e all’inserimento lavorativo, i rappresentanti del Ministero dell’Economia e dell’AICS hanno evidenziato la priorità del governo albanese di puntare sulla qualità della formazione professionale, al fine di rispondere alle esigenze del mercato e delle aziende.
Esempio di successo della correlazione tra formazione professionale e capacity building, è stato quello presentato dall’ENGIM e dal Qendra Sociale Murialdo (QSM), il progetto “Mëso të ndërmarrësh – Impara ad intraprendere”, finanziato dall’AICS e terminato nel luglio 2017.
Durante l’incontro, il rappresentante di ENGIM in Albania, Roberto d’Amato, ha spiegato che la chiave della sua riuscita è da ricercare nello sviluppo di tre tracce integrate tra loro: l’alternanza scuola-lavoro (rivolta a giovani disoccupati); l’orientamento (attraverso uno sportello informativo per avvicinare la domanda e l’offerta di lavoro); il sostegno economico all’avvio delle imprese giovanili e l’acceso a finanziamenti a fondo perduto rivolti a categorie svantaggiate, quali donne, migranti di ritorno e la minoranza rom.
La qualità del progetto è stata raggiunta operando nel tessuto territoriale e mantenendo le relazioni con le istituzioni locali e le imprese, facilitando l’innovazione dei curricula didattici, migliorando l’attenzione sociale verso gruppi vulnerabili.
Un ulteriore ingrediente che va ad aggiungersi alla buona riuscita del progetto è legato alla cooperazione tra il QSM e i tutor aziendali nella crescita delle capacità professionali dei giovani e nella “cultura del lavoro”.
Da anni il QSM, lavorando con allievi provenienti da un contesto sociale ed economico fragile, mira a formare professionalmente ed umanamente gli studenti, attraverso lo sviluppo delle soft skills, che consentano ai giovani albanesi di affacciarsi al mondo del lavoro con una maggiore fiducia in se stessi, una approfondita conoscenza della realtà in cui vivono, educando al rispetto e all’altruismo.