Di Gloria Pasinelli, Lago Agrio (Ecuador). Questo è il settimo mese della mia esperienza di Servizio Civile Universale. In questo periodo mi è sembrato di vivere almeno 7 vite (considerando la situazione attuale, forse anche di più). La mia esperienza fino a questo momento è stata molto intensa e non è facile riassumere in poche parole tutte le emozioni, avventure e disavventure vissute. Non ci sono mai stati giorni monotoni o vuoti, per questo è difficile capire da dove iniziare a raccontare, ma cercherò di farlo con ordine.
Mi chiamo Gloria Pasinelli e attualmente sto partecipando al progetto “Caschi Bianchi per l'empowerment femminile in Ecuador 2023”. Nello specifico, sto lavorando con altre 3 volontarie presso la Federación de Mujeres de Sucumbíos (FMS) a Lago Agrio. Il lavoro della FMS è molto articolato e l’organizzazione si divide in due aree: l’area di rafforzamento organizzativo e l’area di eradicazione della violenza. Della seconda area fa parte la casa di accoglienza “Casa Amiga”, dove vengono accolte e accompagnate donne vittime di violenza di genere e dove sto lavorando. Le attività all’interno della casa sono molto varie e spesso procedono a ritmi incalzanti. Le beneficiarie (e, nel caso, la loro prole) vengono accompagnate nel loro percorso legale, psicologico, educativo, di salute (e lavorativo una volta terminato il loro processo all’interno della casa). Ogni mia collega è specializzata in uno di questi aspetti, mentre io, come dicono loro, sono un po’ il jolly e supporto le attività secondo le necessità.
Il lavoro con le altre operatrici della casa è stimolante e positivo e l’ambiente è sereno e si riesce a lavorare bene. Le mie colleghe e le altre volontarie sono le persone con cui trascorro tutte le mie giornate e per questo sono fondamentali nella mia esperienza. Considerando soprattutto il contesto in cui ci troviamo, sarebbe insopportabile vivere e lavorare qui senza una rete di appoggio. Lago Agrio si trova nell’oriente ecuadoriano, in piena Amazzonia, sul confine con la Colombia. È un posto molto complesso, per la sua posizione e per la sua storia. Per le sue caratteristiche, è una città ricca di culture, colori e sapori che si intrecciano. C’è un forte flusso migratorio, principalmente venezuelano e colombiano, che passa per la città. Da Lago è molto scomodo viaggiare, per raggiungere qualsiasi destinazione bisogna percorrere ore e ore di strade molto accidentate. A Lago mancano attività culturali, non ci sono librerie, cinema, teatri o luoghi di incontro, c’è infatti solo un locale che ogni tanto si impegna a organizzare cineforum o piccoli eventi. Fare passeggiate in città è quasi fuori discussione: in settimana lavoro fino alle 17/18 e quando torno a casa la stanchezza e il tramontare del sole smorzano molto la voglia di uscire. Anche perché a quell’ora muoversi vuol dire prendere un taxi e “chiudersi” in qualche locale e questo per me è molto limitante.
A Lago Agrio non mi sento libera e sicura, se non in casa o al lavoro e questo sta sicuramente segnando la mia esperienza. Fin da prima della nostra partenza siamo state costantemente avvisate sulla situazione sicurezza. Con il tempo abbiamo imparato a conoscere la città, ma l’asticella dell’attenzione non si è mai abbassata. Purtroppo tutte le accortezze che si prendono non precludono dalla possibilità di vivere delle brutte esperienze. Qualche giorno prima di Natale, in un martedì pomeriggio normalissimo, con una coinquilina sono uscita di casa per andare a comprare un paio di cose in un negozietto vicino casa, ma nel tragitto siamo state avvicinate da due uomini (più uno in moto), che ci hanno aggredito per derubarci.
Questo evento mi ha traumatizzata particolarmente e nei giorni immediatamente successivi non riuscivo nemmeno a prendere un taxi tranquillamente. Ripercorrevo nella mia testa quegli istanti e vedevo le facce di quegli uomini ovunque. Questo fatto è avvenuto al culmine di un periodo molto stressante e, per fortuna, avevamo già organizzato di passare le vacanze natalizie fuori città, perché in quel momento sentivo il forte bisogno di allontanarmi da Lago. Sapevo che sarebbe potuto succedere: è successo e potrebbe succedere ancora. Per quanto so che il mio è solo un piccolo trauma a confronto con esperienze di altre persone, ora sto cercando di processare il tutto, avrò bisogno di tempo, ma sono fiduciosa che i prossimi mesi mi daranno più energia.
Ciascuna persona vive il proprio cammino: parte con il proprio bagaglio, sulla strada incontra e raccoglie novità, mentre lascia indietro qualcos’altro. Qui si dice che se ti bagni nel río Aguarico o resti a Lago Agrio o ci torni: per ora non ho intenzione di rimanere qui e chissà se mai ci tornerò, ma sicuramente questa esperienza mi lascerà molti ricordi.