L’arte apre porte verso mondi impenetrabili. A volte noi adulti, e quel che è peggio noi educatori, abbiamo la presunzione di pensare che alcuni adolescenti siano del tutto privi di interessi e passioni. I loro sguardi, ermetici e spesso presi da altre preoccupazioni, non ci lasciano vedere che dietro quegli occhi si nasconde un intero mondo.
La rivelazione si può palesare tramite un semplice laboratorio di decorazioni natalizie, come è successo in questa occasione al CEIPAR (Centro de Educacion Integral Paola Di Rosa) di Quito. I due cugini, K e W, giovani utenti del centro, incarnano perfettamente lo stereotipo: cellulare alla mano e auricolari sempre in funzione, anelli d'oro e d'argento e una reputazione da duri da difendere nel “barrio”. Fin troppo facile arrendersi con loro, fin troppo difficile trovare la chiave d'accesso ai loro pensieri. Dall'inizio del nostro periodo di “Servizio Civile”, lo scorso ottobre, abbiamo provato in svariati modi a conquistare la loro attenzione. In vista di una cena natalizia di beneficenza svoltasi al CEIPAR il 10 dicembre scorso, abbiamo coinvolto tutte le classi nella produzione di manufatti con materiale riciclato da vendere al mercatino. Al “colegio” (12- 17 anni) sono toccate le bottiglie di vetro da dipingere.
Alla vista di colori e pennelli, gli occhi dei due ragazzi si sono illuminati. Si sono messi immediatamente all’opera, lasciandosi alle spalle ogni distrazione. Che sorpresa vedere un meraviglioso albero dorato crescere, ramo dopo ramo, sulla bottiglia celeste dipinta da K. Suo cugino W ha, invece, preferito un rosso intenso, in forte contrasto con un natalizio verde pino. Man mano che gli strati di pittura si asciugavano, la loro autostima cresceva assieme alla voglia di mettere la firma sull’opera completa. Noi “tías” ci siamo guardate negli occhi ed abbiamo capito di non poterci far scappare questa occasione: a fine lezione ci siamo proposte di portare i ragazzi a visitare una galleria d’arte, qualcosa che potesse stimolarli a meglio conoscere la pittura ma anche ad avvicinarsi alla tecnica, toccandola con mano. La scelta è facilmente ricaduta su “Casa Piedra”, una bellissima galleria gestista da Oscar e Dante Piedra, due pittori gemelli, conosciuti, quasi per caso, qualche mese fa e che ci hanno sorpreso per la loro ospitalità e disponibilità. Qualche telefonata e il gioco è fatto: abbiamo un appuntamento per il 31 gennaio. Per la prima volta usciamo dal CEIPAR assieme a due dei nostri alunni, allontanandoci da questo barrio che ha rappresentato per mesi il nostro unico scenario d’incontro.
La porta metallica dai colori vivaci della Casa Piedra si apre agli occhi dei due ragazzi come una esperienza esclusiva. Solo due ragazzi, ma perché? Perché non estendere questa bella opportunità al gruppo intero? È che a volte c’è bisogno di sentirsi speciali, e nella moltitudine di una classe spesso si finisce per sparire. Abbiamo trovato di grande valore il rapporto uno a uno fra padroni di casa e giovani visitatori. Oscar e Dante ci hanno accompagnati fra le loro opere, inondandoci di suggestioni artistiche e spiegazioni tecniche. I due ospiti pendevano dalle loro labbra, dimostrando un tempo d’attenzione oltre le nostre aspettative. “Scommetto che a te piace dipingere con colori metallici”, indovina Dante guardando gli anelli di K. “Questo dice molto sulla tua personalità, la tua fantasia viaggia sicuramente verso le stelle”. Neanche a dirlo, l’albero dorato della sua bottiglia natalizia era degno di un Klimt in erba. “Tu invece ami i colori caldi, sei passionale, innamorato dell’amore”, azzarda Oscar rivolgendosi a W che, nel frattempo, diventa più rosso della maglietta che indossa. La timidezza dei due adolescenti è svanita poco a poco quando i due artisti hanno chiesto quale fosse il loro quadro preferito: sono riusciti ad esprimersi chiaramente sui sentimenti che quelle tele gli suscitavano, con un interesse mai sperimentato in classe. “Considerate questa come casa vostra, tornate quando volete e portaci i vostri disegni”. La visita non poteva concludersi meglio di così: i ragazzi si sono aggiudicati due nuovi mentori e noi tias un partner valido per prossime uscite educative, anche con gruppi più numerosi.
Quest’esperienza ci riconferma la potenza dell’arte come mezzo educativo e come occasione di sviluppo personale, dentro e fuori da una classe, una scuola, un centro educativo: ci auguriamo di portare avanti un CEIPAR dalle pareti permeabili, fortemente convinte che il contatto col Territorio e le sue risorse sia prezioso per i nostri ragazzi.
A cura delle volontarie ENGIM del progetto CEIPAR