Lo scorso 10 dicembre è sbocciato a Quito un piccolo angolo di Italia, profumato di lasagne e tiramisù. Nella Casa delle Ancelle della Carità, da 23 anni attiva nel “barrio” di Yaguachi – e da otto il Centro Educativo CEIPAR -, una ventina di volontari italiani di Servizio Civile si sono avvicendati tra fornelli e tavoli, per raccogliere fondi a favore delle attività del Centro.
Cosa si vuole finanziare attraverso questa saporita chiamata alla solidarietà? Il CEIPAR fornisce ogni giorno appoggio scolastico, materiali, spazi, personale e un pasto caldo a più di duecento minori tra i cinque ed i 17 anni, sostenendo indirettamente anche le loro famiglie. Un punto di riferimento simbolico e materiale che viene riconosciuto dalla comunità durante tutto l'anno, ma ancora più sentito in concomitanza con le festività, quando le “hermanas” hanno sempre un'accortezza in più per rendere speciali queste giornate per le persone del quartiere: una messa più festosa, un ballo tradizionale preparato coi ragazzi, qualcosa di dolce nella borsa degli aiuti alimentari settimanali.
Secondo Suor Serafina, da sempre una delle colonne portanti del CEIPAR, la raccolta fondi di quest'anno sarebbe stata particolarmente soddisfacente, con un ricavato quasi doppio rispetto all'edizione precedente. Gran parte del merito va ai destinatari stessi della raccolta fondi: i bambini e i ragazzi del CEIPAR, che hanno contribuito alla bancarella solidale coi loro colorati manufatti di riciclo.
La preparazione è cominciata alcune settimane prima della cena, con le volontarie impegnate ad elaborare il menù e le religiose a reperire gli ingredienti, attraverso la ramificata rete solidaria del Centro. Quasi due giorni ai fornelli, pentole enormi e talentuose cuoche non professioniste a cucinare per circa 120 persone, volontari compresi. Addobbi ed intrattenimenti confezionati tra una lezione e l'altra.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile pur col duro lavoro di pochi, del ristretto gruppo delle volontarie del CEIPAR, ma è stato fondamentale l'apporto di molti: volontari di Servizio Civile sono giunti per dare manforte alle compagne “Quitene” dalle diverse sedi ecuadoregne di ENGIM (organizzazione della società civile italiana attiva sul territorio in diversi progetti, tra cui il CEIPAR stesso). Per questi volontari, un'esperienza di lavoro condiviso nel gruppo allargato, preziosa in quanto tale, al di là dei fondi raccolti.
La cena italiana solidale sta, ormai, diventando un appuntamento consolidato del periodo natalizio, con grande soddisfazione dei partecipanti e non solo per il palato: canti e danze hanno aperto la serata, tra una portata e l'altra i classici della musica italiana hanno ripreso vita da un proiettore, con novelli Domenico Modugno, Rita Pavone e molti altri protagonisti "scesi dal muro" ad aggirarsi fra i tavoli, impersonati dai volontari.
"Mi capita a volte di chiedermi se tanto lavoro valga la pena – racconta una delle volontarie – quando tutto si esaurirà in una serata. Ma poi mi rispondo che si tratta proprio di quella serata speciale che abbiamo atteso sin dall'inizio: entusiasmante da vivere ma anche da preparare. È stato bello, ci siamo divertiti lavorando insieme, una bella atmosfera rilassata. All'arrivo dei ragazzi di Santo Domingo e Tena eravamo emozionatissime ma ancora un po' agitate. Poi misteriosamente, tutto è andato al suo posto: cucinieri, camerieri e cantanti improvvisati sembravano sapere esattamente cosa fare." E tutto è filato liscio come olio… extravergine d'oliva!
Solo una sera, solo una cena, ma in realtà molto di più: il contributo solidale di ciascuno dei commensali permetterà al CEIPAR di continuare a supportare, nutrire ed accompagnare più di duecento bambini al giorno.
Le volontarie ENGIM del CEIPAR