Di Giusy Di Simone. Se dovessero chiedermi quali sono i momenti della giornata che preferisco, risponderei con certezza l’alba e la notte. In questo periodo Fier è umida e piovosa ma, quando le giornate sono belle, i raggi del sole “entrano” in camera mia regalandomi un buongiorno pieno di calore. Un calore che sento anche una volta chiusa la porta di casa: percorrendo la strada che ogni mattina mi porta al “Qendra Horizont”, incrociando i volti del fruttivendolo, del lustrascarpe, della signora che prepara il “byrek”, dei tassisti che chiedono se devi andare a Roskovec, ed ancora nella musica popolare che accompagna il mio cammino ed, infine, quando arrivo a destinazione, all’Horizont.
Una volta superato il cancello ti accoglie il “mirëmëngjes” del guardiano, della segretaria, quello dei bambini, dei ragazzi e dello staff riuniti in cucina nel momento della colazione. Lì mi accorgo quanto sia facile ricevere un loro sguardo, un sorriso, un bacio o un abbraccio, piccoli gesti quotidiani di cui ti “impossessi”, che ricambi con la stessa semplicità con cui li hai ricevuti, gesti che ti regalano nei momenti più impensabili della giornata. Horizont è questo ed altro.
Horizont è un “mondo colorato” costituito da tanti aspetti che sto scoprendo giorno per giorno. È anche il mettersi alla prova, è la possibilità di crescere e conoscere, di sperimentarsi e sperimentare, di assimilare e far tuo tutto ciò che impari e di trasmetterlo, è il capire i tuoi limiti e il superare le difficoltà, è il mettersi a disposizione, il “dare una mano”, l’aiutare in qualsiasi attività senza per forza ricevere nulla in cambio “è l’essere umili”. Al di fuori dell’Horizont, quel calore che mi sveglia al mattino, è ancora dentro di me, continua ad essermi amico, a restarmi a fianco attraverso la presenza di tutti i miei compagni di viaggio con cui vivo la parte restante delle mie giornate, le cene e le domeniche a casa, gli aperitivi, gli eventi e le feste importanti in città e i viaggi in giro per l’Albania.
Soprattutto in quest’ultimo momento inizio a viverli completamente, ad osservarli uno ad uno, a conoscere quel qualcosa in più che in altre situazioni non riesco a captare, ed in punta di piedi, laddove le parole non riescono ad arrivare, provo a cogliere sfumature nuove, diversi modi di essere, di sentire e di “assaporare” la vita. E poi sopraggiunge la sera, le persone tornano nelle proprie case dopo una lunga giornata, il silenzio incombe sulla città, il cielo si riempie di così tante stelle che è impossibile contarle. Alzo gli occhi, le ammiro a lungo, sono tutte vicine! Creano un’atmosfera magica, una danza armoniosa che infonde pace dentro di me. Tra esse una in particolare brilla più di tutte e cattura la mia attenzione: è la “stella della felicità”, che ogni sera mi attende per augurarmi un sonno sereno.