Di Giovanna Maggio, Fier (Albania). Mi chiamo Giovanna, ho 28 anni e negli ultimi due anni sono stata volontaria in Servizio Civile Universale e nei Corpi Civili di Pace in Albania. Sono arrivata in Albania per la prima volta nel 2021 e sono tornata per la seconda volta nel 2023. In questo Paese avevo trovato e lasciato un pezzo di cuore, così ho deciso di tornare insieme ad ENGiM. Vivo a Fier, una città nel centro-sud dell’Albania, al centro tra montagna e mare. Potrebbe sembrare un idillio ma non sempre lo è. Tutt’intorno alla città si trovano piattaforme di estrazione petrolifera e l’odore forte di gas e combustibile riempie le strade e le case.
Quando però mi affaccio al balcone dell’appartamento in cui vivo al sesto piano, anche se mi pizzica un po’ il naso, quello che vedo mi ricorda quanto è bello questo Paese. Tra i palazzi, si apre un pezzo di quella che per me è l’Albania vera: le montagne altissime quasi fino al cielo, i villaggi sparsi qua e là, terra e verde senza fine, fiumi che scorrono ancora limpidi, laghi quasi nascosti come piccoli tesori in mezzo ai boschi e ancora oltre il mare, bello, di un blu quasi dimenticato. Sento il vociare della gente per strada, c’è sempre tanta confusione e le persone sono sempre per strada, a parlare, con le buste della spesa in mano, dentro e fuori ogni tipo di negozio e bottega, mercato rom di vestiti o della frutta e verdura.
Perché essere un volontario non è sempre facile? Fare il volontario è un vero e proprio lavoro, e anche un po’ di più. Essere volontari è lavoro a tempo pieno, ventiquattr'ore su ventiquattro e sette giorni su sette. Non si smette mai di essere volontari, neanche quando si torna a casa. È un lavoro per gli altri, con gli altri. È un lavoro con sé stessi e per sé stessi. È una sfida continua, per fare, dire, essere presi sul serio, per fare quello che si è venuti a fare: lavorare, contribuire, costruire e costruirsi.
Così ci si mette in dubbio, si chiede, si domanda, si cambia, si cresce. Ho imparato, dalle montagne, dai fiumi, dai laghi, dal mare, dai contadini, dai rom, dalle vecchiette che per strada vendono calzini colorati fatti a mano da loro, dai miei compagni di viaggio, da chi mi aspetta a casa che anche nella miseria, nella tristezza, nella povertà, nelle difficoltà si può trovare il sole.