27 anni, napoletano, un patentino da giornalista in tasca e tante aspettative riguardo il lavoro che ha scelto di fare nella vita. Questa la fotografia di Luca Cisternino, il nuovo cooperante dell’ENGIM in partenza per l’Albania.
LA PARTENZA SI AVVICINA LUCA, COSA ANDRAI A FARE NEL PAESE DELLE AQUILE?
Vado a seguire i progetti che, finora, ho seguito in remoto da Roma. Finalmente sul campo … Mi occuperò dell’inserimento lavorativo di persone disabili, della formazione di categorie svantaggiate, come i rom o i ragazzi di strada, e poi di quei progetti ancora in fase di studio o di realizzazione. Per ora mi aspettano tre mesi di permanenza all’estero, ma c’è la possibilità di rimanere, anche perché il prossimo anno ho intenzione di presentare la mia candidatura per il Servizio Civile.
CON QUALI EMOZIONI TI APPRESTI ALLA PARTENZA?
Con gioia, perché è la mia prima vera esperienza lavorativa all’estero, ma anche con un po’ di dispiacere perché a Roma ho vissuto bei momenti. So che, però, è fondamentale andare a fare esperienze all’estero per la carriera che voglio fare … Io voglio lavorare nella cooperazione e so che nei prossimi anni dovrò girare parecchio. Ho la certezza che sia un passo fondamentale per chi, come me, vuole fare questo lavoro.
COSA TI ASPETTI DA QUESTA ESPERIENZA?
Per prima cosa acquisire conoscenze complementari rispetto a quelle apprese qui a Roma. Qui ho imparato a lavorare sull’amministrazione dei progetti, sugli aspetti tecnici, adesso mi aspetta il lato più importante, conoscere la realtà dove vado a intervenire. In secondo luogo trovare stimoli e conferme sulle mie idee riguardo questo lavoro. Io sono laureato in Scienze Sociali, volevo fare il giornalista, ma mi hanno cambiato i tre mesi che ho vissuto come volontario in Brasile. Li ho cambiato la mia visione del mondo e sono cambiate anche le aspettative sulle cose che sapevo mi avrebbero fatto sentire realizzato. Ho capito che siamo cittadini del mondo, che io sono un privilegiato, che siamo responsabili di chi è nel bisogno. Perché allora non impegnarsi in tal senso?
TIMORI NE HAI?
Si certo … il timore di vivere lontano da casa, non sapere con quali persone mi troverò a lavorare, se mi troverò a mio agio in una realtà che presumo molto differente dalla mia … il timore più grande riguarda le difficoltà che incontrerò nel mettere su famiglia. Questo è un mio grande desiderio, mi conforta avere conosciuto tante persone che pur lavorando nella cooperazione sono riuscite a realizzare questo ideale di vita, ma so che le difficoltà saranno tante …
COME HAI CONOSCIUTO L’ENGIM ED I GIUSEPPINI DEL MURIALDO?
Ho conosciuto l’ENGIM tramite un master ASVI sulla progettazione per la cooperazione. C’era la possibilità di fare un stage e, tra le organizzazioni che mi sono state proposte, ho scelto l’ENGIM. Un po’ perché ne cercavo una non molto grande, dove immaginavo sarebbe stato più facile imparare delle cose, un po’ perché ero stato ben impressionato dal colloquio che avevo avuto con Federico.
E LE COSE SONO ANDATE PROPRIO COSI’
Si, per davvero. Ho fatto anche di più di quello che speravo. Ho fatto pratica nella scrittura e nell’implementazione dei progetti, nella rendicontazione finanziaria e nei rapporti con le istituzioni e i volontari. Un gran bel lavoro.
MA DIFETTI NEI HAI …?
(Ride) Non ho ancora imparato a conoscere bene me stesso, ma ci sto lavorando. A volte sono un po’ superficiale e ho bisogno di qualche stimolo, ma poi penso di essere molto scrupoloso.